“L’inizio accade, la durata è da costruire”.
(LesFleursduMar, Twitter)

In Italia il mercato dei Certificati o Certificate è il secondo in Europa dopo quello tedesco e se si considerano i volumi scambiati nel SeDeX (il segmento di Borsa Italiana dove sono quotati insieme ai Covered Warrant) l’Italia è al primo posto.

Questa grandezza suggerisce l’elevato numero di Certificate quotati e bisogna sapere che possono essere molto diversi tra loro per livello di rischio e metodo di calcolo del rendimento che ovviamente non è mai garantito, ma aleatorio o al massimo protetto.

Questa differenza tra un certificate ed un altro è caratteristica dello strumento che è costruito mediante una combinazione di strumenti derivati, per lo più opzioni ed essendo queste combinazioni  infinite è quasi impossibile avere due certificate identici.

Il vantaggio dei Certificate è che possono essere scambiati come un titolo azionario in Borsa e che esiste una associazione – ACEPI – Associazione Certificati e Prodotti di Investimento,  che promuove questi prodotti finanziari e li divide in due categorie:

  • Certificati a leva o Leverage Certificate;
  • Certificati di investimento o Investment Certificate.

I certificate a leva sono particolarmente adatti per chi cerca un prodotto finanziario speculativo per speculare nei movimenti di breve dei mercati finanziari.

Sono ovviamente molto rischiosi anche in funzione della leva che offrono, che può essere fissa (X2, fino a X7), oppure dinamica che cambia con il passare del tempo di investimento, in entrambi i casi, amplificano il movimento del sottostante che può essere una azione, una valuta, una materia prima, ma anche un basket di più sottostanti o un indice di borsa.

La leva può cambiare durante la vita dello strumento finanziario in funzione delle caratteristiche proprie del Certificate e per questo bisogno conoscere molto bene la tipologia di emissione che siamo in procinto di acquistare per non avere sgradite sorprese.

Il principale rischio è di raggiungere la “barriera”, ossia un livello dichiarato che in caso di ribasso, se raggiunto, fa “scoppiare” il certificate e il capitale viene restituito solo in parte.

I certificati di investimento hanno la peculiarità di replicare un sottostante che può essere un indice o un basket di azioni, ma anche delle commodities (materie prime), delle valute o dei tassi di interesse ecc.
La particolarità dei certificati di investimento è quello di rispondere ai diversi profili di rischio dei sottoscrittori, quindi possono essere più o meno rischiosi a seconda della loro costruzione, e proprio per questo bisogna capire molto bene come funzionano, quali sono le garanzie ed i rischi.
Anche per i certificati di investimento come per quelli a leva possono essere presenti delle condizioni che determinano il rendimento con barriere o determinati eventi, il cui manifestarsi possono essere considerati in maniera positiva o negativa per il nostro investimento.

Quindi massima attenzione nell’acquistare un certificate.

Ultimo appunto, l’investitore accetta oltre il rischio insito nella strategia di qualsiasi certificate, anche quella della solidità patrimoniale dell’emittente, per cui se la società che ha emesso il certificate dovesse fallire, l’investitore si accolla il rischio di perdere, in tutto o in parte, quanto investito nel certificate.