“Il fattore umano è la debolezza più grande” W.D. Gann
Quando si inizia a fare trading nella maggior parte dei casi si condivide un percorso simile a tutti in cui:
– nella prima fase, si cerca il guru, quello che diventa il nostro punto di riferimento;
– nella seconda fase, si cerca il metodo infallibile, magari approcciando i trading system convinti di trasformare così le perdite in guadagni;
– nella terza fase, per i pochi che ci arrivano, è la fase della consapevolezza e della maturità e noi stessi diventiamo l’oggetto di analisi, non più i mercati e i sistemi di trading, ma la nostra psicologia e reazione alle perdite.
Questo non significa che non bisogna studiare i mercati e i prodotti finanziari, lo studio rimane fondamentale perché solo conoscendo tutti gli aspetti del trading e della finanza è possibile capire quale metodo si sposa meglio con la nostra operatività.
Rimanendo convinti che il principale errore del trader è quello di non inserire correttamente lo Stop, è proprio da questo aspetto che bisogna iniziare a lavorare e capire il perché non si rispetta questa semplice regola.
Allo stesso tempo, bisogna valutare quale è la nostra propensione al rischio e di conseguenza lavorare con la size che possiamo gestire al meglio emotivamente.
Questo significa che non sempre chi riesce a guadagnare con un contratto futures o dieci mila euro, guadagnerà ugualmente utilizzando 10 contratti o 100 mila euro, perché l’emotività e lo stress della singola operazione è dieci volte superiore.
Infine, bisogna conoscere quali sono i principali errori che il trader commettono nel fare trading, perché se l’esperienza personale è importante, imparare dall’esperienza degli altri è molto più saggio.
Quindi, ben venga il processo di avvicinamento alla consapevolezza, passando dal guru e alla ricerca del metodo infallibile, perché rappresenta una importante fase di studio e di analisi, ma poi bisogna essere in grado di camminare con le proprie gambe, con il proprio metodo, con la propria propensione al rischio e raggiungere l’equilibrio tra l’irrazionalità dei mercati e la nostra raggiunta razionalità e consapevolezza.