“La volatilità è più grande nei punti di svolta, e diminuisce quando una nuova tendenza si consolida”. George Soros
Spesso il termine “volatilità” in finanza può creare confusione perché ne esistono di due tipi: quella storica, utilizzata per valutare la rischiosità del rendimento di uno strumento finanziario, in particolare i Fondi Comuni di Investimento,( argomenti trattati nel corso finanza approfondito per gli utenti registrati) e la volatilità implicita, meglio conosciuta con l’acronimo Vix – Volatiliy Index – o indice della paura.
Il Vix è stato introdotto nel 1993 dal Chicago Board Options Eschange per quanto riguarda l’indice Standard & Poor – S&P500, ma oggi è possibile seguire anche il VStoxx per l’indice Euro Stoxx 50.
Il Vix ha due caratteristiche fondamentali:
- Permette di misurare la tensione degli operatori finanziari, interpretando la lettura dell’indice che oscilla tra 10 e 25 nella maggior parte del tempo;
- Oppure è una greca – Vega – che è fondamentale nel prezzare le opzioni, perché misura di quanto il prezzo si muoverà ad ogni cambiamento di un punto percentuale della volatilità implicita.