Introduzione
“In questo mondo non vi è nulla di sicuro tranne la morte e le tasse” Benjamin Franklin
Le imposte calcolate sui redditi finanziari fanno riferimento alla tassazione delle plusvalenze, ossia ai guadagni conseguiti nel periodo di imposta, anche se non ancora realizzati, nell’acquisto di un prodotto o servizio finanziario.
Un esempio aiuta a capire meglio: se acquisto un’azione a 10 euro e alla fine dell’anno la stessa azione vale 12 euro, anche se non l’ho venduta e la tengo ancora in portafoglio, devo pagare una tassa del 26% sui due euro di plusvalenza (12 euro valore al 31 dicembre – 10 euro valore di acquisto = differenza 2 euro – plusvalenza).
Nel caso di una minusvalenza, una perdita, tra il valore di acquisto e quello al 31 dicembre, posso compensare questo valore con una plusvalenza nei quattro anni successivi entro il 31 dicembre del quarto anno.
Se ho avuto una minusvalenza di 2 euro, posso compensarli con due euro guadagnati, plusvalenza, nei quattro anni successivi, dopo di che, perdo questo credito di imposta.
E’ quindi molto importante conoscere il metodo applicato per calcolare le rendite finanziarie per ogni prodotto o servizio finanziario e adempiere correttamente agli obblighi fiscali.
Il metodo sopra descritto è detto – regime della dichiarazione – e da come si evince dal nome, bisogna calcolare e riportare le imposte sui redditi finanziari, in riferimento all’anno di imposta, nella propria dichiarazione dei redditi.
Questo regime è generalmente poco “amato” dai risparmiatori perché coinvolge il commercialista ed è piuttosto brigoso, anche se per certi aspetti può essere vantaggioso.
Se non si vuole adempiere al calcolo delle rendite finanziarie nella propria dichiarazione dei redditi, il fisco offre due alternative al regime della dichiarazione:
- Il regime amministrato;
- Il regime del risparmio gestito;
In entrambi i casi si delega l’intermediario finanziario con sui si ha il rapporto di deposito titoli o di gestione, di adempiere a tutti gli adempimenti fiscali per nostro conto per quanto riguarda la gestione dei investimenti.
La differenza tra i due regimi è sostanzialmente che nel caso del regime amministrato gli adempimenti sono effettuati di volta in volta – acquisto e vendita -, per ogni singola operazione, mentre nel regime del risparmio gestito, gli adempimenti vengono effettuati sul risultato netto della gestione su base annuale al 31 dicembre.

Da come si può vedere nell’immagine le imposte sui redditi finanziari sono una piccola fetta delle entrate per lo Stato Italiano, ma considerati i volumi (quasi 5 mila miliardi i risparmi mobiliari italiani) è sempre più ricorrente attingere a questa cassaforte con patrimonialine , tasse e balzelli come per gli immobili.