Introduzione
“Siamo tutti egoisti razionali”. Richard Thaler
Se la Finanza Comportamentale è ormai universalmente conosciuta da quanto Daniel Kahneman ed Amos Tversky hanno vinto il Premio Nobel nel 2002, dal 2017 si parla tanto anche dell’Economia Comportamentale che ha valso il Nobel a Richard Thaler.
In realtà, tali studi, sono stati iniziati a partire dagli anni ’70 e approfonditi in particolare negli anni ’80 e ’90 e divenuti nazional popolari negli anni 2000 dopo le due illustri vittorie all’Accademia di Stoccolma.
L’Economia Comportamentale è una logica conseguenza della Finanza Comportamentale anche perché Thaler, studioso di economia, ha per prima cosa letto gli studi dei due illustri colleghi psicologi e successivamente ha approfondito la materia con un occhio all’economia.
In realtà, già durante i suoi studi universitari aveva dimostrato di essere piuttosto critico nei confronti delle teorie economiche classiche in cui si dimostravano punti di equilibrio raggiungibili in un mercato concorrenziale, grazie alla razionalità degli operatori.
Il suo punto di partenza è proprio l’assenza di razionalità da parte degli operatori per cui è possibile “raggirarli” con quella che definisce una spinta gentile – per aiutarli a prendere le decisioni che sono più favorevoli sia al contesto economico / sociale, sia per i propri interessi privati economico / finanziari, perché senza una spinta gentile gli individui optano per scelte irrazionali-.
L’economia classica ha come postulato la razionalità degli individui per cui sono in grado di ordinare le alternative possibili e scegliere quella che più soddisfa la propria utilità attesa.
Con la Finanza ed Economia Comportamentale si è dimostrato mediante questionari a risposta multipla, che per prima cosa:
– cambiando la forma della domanda, cambiavano anche le preferenze nelle risposte per cui gli intervistati dimostravano di non saper ordinare le possibili scelte, ma piuttosto si facevano influenzare da come venivano proposte le possibili alternative. A dimostrazione dell’irrazionalità degli individui che non sono in grado di gestire le informazioni razionalmente;
– in secondo luogo, proprio perché irrazionali, è possibile offrire in partenza la scelta giudicata più razionale, con una spinta gentile, ossia, offrire la decisione che massimizza l’utilità attesa come quella più familiare e facile da prendere, lasciando all’individuo minori margini di scelta, senza però ricorrere all’imposizione.
L’Economia Comportamentale non ha come obiettivo quello di manipolare le scelte degli individui, ma di spiegare come avvengono le nostre decisioni in un contesto economico / finanziario e di spiegare gli errori che commettiamo, cercando di aiutarci a non commetterli con una – spinta gentile -.