Con la Formula di Sally si ha una idea di cosa significa decidere con quanto denaro entrare in una posizione, ma è importante sapere che alla base di tutto ci deve essere il buon senso.
Fare trading con pochi spiccioli è sicuramente più facile, ma i costi incidono di più e per questo spesso si utilizza la leva per mitigare l’incidenza dei costi rispetto all’ammontare dell’operazione – margini e controvalore del sottostante -.
Fare trading con importi importanti è più difficile perché non si deve solo decidere la strategia, ma anche l’ammontare della somma da destinare all’operazione e più è grande e maggiori sono i risvolti psicologici dell’operatività.
La prima regola finanziaria è la diversificazione e bisogna subito fare presente che operare nel forex è una diversificazione relativa, sia perché comprando azioni straniere si acquista anche la valuta e quindi non c’è bisogno di confrontarsi in un mercato così difficile e in secondo luogo, avere più valute è una diversificazione relativa, perché comunque si muovono tutte contro il dollaro e per questo si guarda sempre il Dollar Index, ossia il dollaro contro un paniere di valute mondiali.
Operare direttamente sugli indici abbassa il rischio specifico del singolo titolo, ma è normale cercare sempre il titolo piuttosto che il mercato. Se ci sono più possibilità di guadagno operando su di un titolo è perché questo ha più volatilità di un indice avendo oltre al rischio mercato anche quello specifico che è mediato nell’indice.
Le principali regole sono:
Decidere quale parte del proprio capitale dedicare al trading e mettere il restante presso un gestore professionista con un orizzonte temporale di lungo periodo. Questo permette di avere una operatività hedgiata quando si vuole andare contro il mercato e scommettere al ribasso nel trading;
La parte dedicata al trading deve diminuire al crescere del proprio capitale e non deve superare il 20% del totale;
Dividere la propria attività in mercati e non investire più del 10% in ogni operazione, per capitali modesti, e il 5% per capitali importanti;
Non avere fretta di investire, se il mercato scende, la liquidità acquista valore, se il mercato sale non bisogna rincorrerlo, ma aspettare un segnale di acquisto;
Quando i mercati sono molto volatili è meglio stare alla finestra e lasciare passare la tempesta;
Meglio operare seguendo il trend che in controtendenza;
Ovviamente, ognuno deciderà come gli è più consono in base al proprio capitale ed aspettative, ma la diversificazione è un punto imprescindibile.
Dove inserire lo stop
Per prima cosa bisogna avere le idee chiare sul concetto che se si opera nel breve termine – intraday – lo stop deve essere molto stretto, mentre se si seguono grafici giornalieri si deve considerare uno stop più largo.
Una seconda regola è tarare lo stop alla volatilità, se questa aumenta allora anche il posizionamento dello stop deve essere più stretto (vicino) rispetto al prezzo.
Poi lo stop ha in genere una posizione sul grafico sulla base di aspetti tecnici che devono rispettare quelli monetari, per cui al momento dell’inserimento è buona regola farsi una idea di quanto è la perdita pianificata.
Le tattiche di break out;
La rottura delle trend line;
L’uso di supporti e resistenze;
Le candele;
I gaps.
Le prime tre casistiche – break out, trend line, supporti e resistenze – le regole sono molto simili, perché in genere si compra alla rottura e poi si mette lo stop appena sotto il livello della rottura, ma bisogna sapere che spesso, se lo stop è molto stretto, viene “mangiato” dal mercato.
Per capire questo bisogna studiare bene il market profile che mostra come su questi livelli ci sia spesso una operatività alta, tra compratori e venditori, e il mercato non sempre rompe con decisione il livello e prosegue la sua salita. Anzi, spesso è una falsa rottura o si ha un pull back prima di ripartire.
Come fare? Si può mettere l’ordine di acquisto più in alto della rottura per avere una conferma ed eliminare i falsi segnali, poi però un eventuale pull back potrebbe mangiarci lo stop e ripartire. Oppure si può aspettare il pull back, ma se questo non avviene si rimane a guardare la rottura con rammarico rincorrendo il mercato.
C’è chi consiglia di entrare in più volte, meglio tre: prima della rottura con una cifra inferiore ad un terzo, poi alla rottura con una cifra inferiore alla metà rimanente, ed infine, tutto l’importo pianificato alla conferma della rottura o sul pull back.
In questo caso, lo stop deve essere inserito sui livelli del secondo acquisto, appena sotto la rottura, per cui nel caso è mitigato dai guadagni della prima operazione.
Mai mediare le perdite, sempre e solo i guadagni.
Per quanto riguarda le candele si può aprire una ampio dibattito se mettere lo stop sul corpo della candela o sulla shadow.
Guardare dove si sono concentrati i maggiori volumi con il market profile aiuta non poco, perché anche la formazione della candela ha una sua importanza anche monetaria perché come nel caso dell’hammer la distanza tra corpo e minimo della shadow spesso sono importanti.
Infine i gaps, in questo caso, lo stop deve essere inserito non sui livelli di chiusura del gap, in quanto rappresenta un supporto, ma bisogna considerare di metterlo sotto questo livello sulla base della candela precedente, o sul corpo o sulla shadow o addirittura su di un supporto o resistenza in prossimità del gap.