Un aspetto poco enfatizzato in finanza è la statistica, ancora di meno in analisi tecnica eppure è fondamentale per delineare il rischio di una operazione.
Quando si prende una decisione, spesso lo si fa a seguito di un segnale nel grafico di acquisto o di vendita causato dal movimento del prezzo, ma quale è la validità del segnale è spesso ricercato nella nostra memoria e non da una rilevazione statistica storica.
In finanza comportamentale questo comportamento è definito come la – disponibilità – che la nostra memoria ha dell’evento, e se questo è positivo ha grande rilevanza, ma se è negativo, lo si ignora perché ci ha fatto perdere i soldi.
Ancora peggio, si segue un segnale che ha recentemente dato buoni risultati (ma non lo avevamo seguito) e poi quando si materializza nuovamente lo prendiamo in considerazione, purtroppo questa volta non funziona ed è colpa della solita sfortuna.
Quello che si dovrebbe fare, è avere una rilevanza statistica dei vari indicatori e sapere che la volatilità incide sul risultato, per cui, se ho fatto un’analisi su di un sottostante, indice o azione, con bassa volatilità, non significa che sarà la stessa cosa con una volatilità più alta.
Non bisogna necessariamente seguire gli indicatori che hanno una rilevanza statistica maggiore, anche perché non è detto che sono adatti alla nostra operatività perché fanno tante operazioni, come non bisogna eliminare quelli con bassa efficienza, perché al contrario, potrebbero essere quelli più adatti al nostro modo di operare perché quando il segnale è buono ci fa rimanere in posizione più a lungo e senza stress.
Un esempio aiuta a capire meglio: le medie mobili sono forse l’indicatore più seguito che ha il maggior numero di falsi segnali (circa l’80% in media). Sicuramente uno dei metodi più difficili da seguire, anche se si utilizzando grafici giornalieri, ma quando entra correttamente in posizione, possiamo rimanerci anche per dei mesi o anni senza dover fare niente.
Conoscere l’efficienza statistica di un metodo ci aiuta a sopportare i falsi segnali inserendo correttamente lo stop e conosceremo in anticipo l’eventuale massimo drowdown che si è verificato in passato.