Se i precedenti indicatori misurano la qualità della performance corretta per il rischio (volatilità) il VAR misura la nostra perdita massima con una approssimazione del 95 o 99% a seconda del metodo di calcolo.

Questo non significa che calcolando il VAR di uno Strumento Finanziario o di un Benchmark siamo in grado di sapere a priori la nostra perdita massima, ma è presumibile che non si può perdere più di quanto stimato con una probabilità del 99%.

Il VAR è un indicatore  molto utilizzato per stimare il rischio, ma come sopra descritto, non è attendibile al 100% ed in ogni caso, deve essere bene interpretato.

Un esempio aiuta a capire meglio: se il calcolo del VAR definisce al 99% che un determinato Benchmark non perderà più del 5% in un giorno si possono avere due conseguenze:

  • Il benchmark perde il 6%, significa che si è concretizzata la probabilità dell’1% non preventivata dal metodo di calcolo;
  • Il benchmark perde in un giorno il 3%, non significa che nei giorni successivi non potrà perdere più del 2%, essendo la perdita massima del 5% come da esempio, infatti, il VAR calcola la perdita massima giornaliera (settimanale, mensile, annua secondo il metodo di calcolo), di conseguenza se un giorno ha perso il 5% potrebbe perdere altrettanto il giorno successivo, come pure il 6%.

Il VAR calcola, sulla base della distribuzione dei rendimenti passati, quali sono i valori compresi tra il rendimento massimo e minimo, concludendo con una probabilità del 99%, che in futuro si ripeteranno gli stessi rendimenti compresi nella forbice dal peggiore al migliore.

Proprio il calcolo al 99%, lascia intendere la possibilità che in futuro possano esserci rendimenti inferiori a quanto avuto in passato, ma ovviamente, tale discostamento non sarà di molto inferiore a quanto pronostica dal VAR, salvo casi eccezionali come è stato per l’attentato alle Torri Gemelli piuttosto che a seguito del fallimento di Lehman Brothers.

In particolare il VAR è utilizzato come metodo di calcolo per la profilazione della clientela, per cui quando si deve delineare il rischio massimo del cliente ha come prerogativa quella di misurare il VAR del portafoglio dal quale non si può discostare la gestione.

Un esempio aiuta a capire meglio: l’obiettivo della MIFID ed in particolare l’intervista per profilare il cliente è quello di delineare dei portafogli in linea con il profilo di rischio del cliente. Di conseguenza, se la profilatura prevede cinque profili di rischio dal più basso al più alto, significa che tale classificazione è fatta sulla base del massimo rischio potenziale che il cliente è disposto a rischiare.

In questo caso, è proprio con il VAR che si effettua questa classificazione per cui il profilo basso di rischio non potrà avere in portafoglio strumenti finanziari la cui combinazione raggiunga un VAR superiore ad una data soglia e così aumentando il VAR in funzione del profilo di rischio.

Essendo il VAR un metodo di calcolo con una attendibilità al 99%, le società distributrici cercano sempre di tenersi dalla parte del sicuro nel definire il profilo di rischio del cliente, per cui se per ipotesi il profilo 3 ha come obiettivo quello di non perdere più del 3% in un giorno, la società deciderà per quel cliente un portafoglio con VAR 2%, così da tenersi sempre dalla parte del sicuro nel caso si realizzasse un evento fuori dal comune.

Questo è un altro motivo per cui è sempre bene rispondere con verità al questionario e non in maniera prudente, perché si rischia di avere un portafoglio troppo conservativo.