I PCT – Pronti Contro Termine – non sono garantiti dal Fondo Interbancario dei Depositi, ma possono rappresentare una soluzione molto flessibile, bisogna però conoscere bene il loro funzionamento per capirne i rischi.
In pratica con i PCT si depositano i soldi presso la banca emittente che garantisce la restituzione del capitale investito più un rendimento in funzione del tempo dell’investimento che può variare da un giorno a 12 mesi, con scadenza da decidere insieme al cliente o prefissate dalla banca.
A garantire la restituzione del capitale è la banca e di conseguenza se la banca dovesse andare male, il cliente avrà in restituzione lo strumento finanziario che la banca aveva comprato per garantire il capitale e gli interessi (più una quota di interessi che rappresentano il guadagno della banca).
Se gli strumenti finanziari comprati come sottostante sono le obbligazioni della banca e la banca è andata male, è chiaro che si riceverà poco o niente.
Se invece la banca aveva comprato le obbligazioni di terzi, si riceveranno le obbligazioni.
Ultima situazione, si verifica quando la banca non va male, ma falliscono le obbligazioni che aveva comprato come sottostante, in questo caso o la banca si fa garante delle proprie scelte o potrebbe girare il rischio al cliente e infischiarsene, per cui il cliente perde il capitale investito, tutto o in parte.
La banca deve comunicare cosa comprerà come sottostante al cliente in fase di sottoscrizione.
