Ormai è chiara la differenza tra un Fondo e un ETF in termini di gestione.
Chi predilige gli ETF preferisce la gestione passiva e minori costi, mentre chi predilige la gestione attiva è disposto a pagare qualcosa di più il gestore per ottenere un risultato migliore del benchmark.
Gli ETF sono presenti nel segmento della Borsa Italiana denominato ETF Plus e sono poco meno di mille gli strumenti finanziari di questa categoria che permettono di investire in tutte le Asset Class, emessi da diverse società di gestione tra cui le più importanti sono: IShares, Xtrackers, Lyxor, Amundi, Ubs, Vanguard, Invesco, solo per citarne alcuni dei circa 30 emittenti presenti nella Borsa Italiana.
Come nel caso dei Fondi, anche gli ETF possono differenziarsi tra loro per quanto riguardano i costi, ma anche i benchmark, per cui non è semplice come potrebbe sembrare scegliere lo strumento finanziario che si desidera per replicare un indice.
Come per i Fondi, si consiglia sempre di leggere attentamente il prospetto informativo per confrontare gli ETF tra più emittenti, per trasparenza e per non subire sorprese come nel caso della valuta se si acquistano strumenti che replicano indici non in Euro.
In alcuni casi la valuta è coperta in altri non lo è, anche se il Nav (il valore dell’ETF) è espresso in Euro.
Nel senso, che sebbene sia espresso in euro, tiene conto della variabilità del cambio tra la valuta dell’indice sottostante e l’Euro, per cui l’indice potrebbe salire, mentre il cambio scendere e a fronte di una crescita del sottostante dell’1% avere un controvalore dello strumento a +0,5% a causa della perdita nel cambio.
La sensazione è che lo strumento non ha replicato fedelmente l’indice, ma la realtà è che in Euro abbiamo perso nel cambio, l’ETF funziona benissimo.
Altro aspetto importante è il metodo di replica dell’indice che può essere – Puro – per cui l’emittente compra effettivamente i titoli e li detiene in portafoglio, oppure – Sintetico – in questo caso la replica viene effettuata mediante strumenti derivati.
Le conseguenze sono due:
– gli ETF – Puri – sono più sicuri sia perché non hanno rischio controparte, per cui se l’emittente fallisce riceverò i titoli in portafoglio, mentre in quelli sintetici si ha il rischio controparte.
- In secondo luogo, gli ETF – puri – sono molto efficienti nel lungo periodo, mentre quelli sintetici sono inefficienti e quindi non sono consigliabili per chi pensa di detenerli per lungo tempo in portafoglio.
Questi aspetti sono approfonditi nella sezione dedicata ai Video Corsi.