Se da sempre esiste l’infinta discussione tra cosa sia meglio tra gestione attiva e passiva le accuse possono essere rivolte al Market Timing e allo Stock Picking.

Il Market Timing è lo strumento con il quale il gestore, entrando ed uscendo dal mercato, in base alle proprie aspettative di rendimento, cerca di battere il Benchmark.

Il benchmark è di per se passivo, perché è un indice di riferimento statico, e la gestione passiva lo replica fedelmente, mentre il gestore attivo non è altrettanto fedele e seguendo le sue analisi e l’intuito, si allontana dal benchmark quando pensa che non offra rendimenti interessanti e in altre situazioni lo sovrappesa perché lo ritiene una opportunità su cui investire.

Studi, analisi e ricerche cercano di porre fine alla diatriba tra gestione attiva e passiva, in certe fasi del mercato è da prediligere la prima, in altre la seconda. Gli investitori si divideranno tra i sostenitori e i detrattori dei Fondi e Sicav e la gestione attiva, perché la verità è nel mezzo.

Una cosa è certa: nel lungo periodo il Market Timing è più un rischio che una opportunità, ma in quanti sono così coerenti da rimanere investiti senza toccare niente per almeno 30 anni?

Il rischio più grande nella gestione dei portafogli finanziari, non sono le decisioni del gestore, ma il comportamento dell’investitore, per cui poco importa la gestione attiva o passiva, se poi facciamo Market Timing con le nostre emozioni e vendiamo quando abbiamo paura e compriamo quando siamo avidi.