“My name is Bond, James Bond” potrebbe essere tradotto in italiano così: mi chiamo Obbligazione, Giacomo Obbligazione.

La terminologia in inglese è molto importante nel mondo obbligazionario, perché traducendone i termini si perde in efficacia, per cui le obbligazioni sono i bond, quelle societarie sono i corporate, quelle ad alto rischio sono le high yield o non investment grade che si distinguono dalle investment grade che sono le obbligazioni con rischio più contenuto e con maggiore rating, poi ci sono quelle dei mercati emergenti o emerging bond e infine quelle governative, governative bond, per citare le categorie più comuni.

In molti credono che il mondo obbligazionario sia più semplice e sicuro di quello azionario, ma bisogna sfatare questa credenza popolare.

Il mondo obbligazionario è una giungla per numero di emissioni, tipologie di obbligazioni, scadenze, rating, probabilità di default, tipologia e rischio legato ai tassi di interesse, metodo di calcolo del rendimento, restituzione del capitale, conversione in azioni, tassi fissi, variabili e misti, … e si potrebbe continuare.

Questa moltitudine di obbligazioni rappresenta il primo rischio, ossia comprare qualcosa che non si conosce credendo che sia un libretto postale.

Ogni obbligazione è caratterizzata da un rischio/ rendimento ben definito dalla categoria di cui fa parte e in aggiunta, in assenza di diversificazione, ha un enorme rischio specifico relativo alla società che l’ha emessa e deve restituire il denaro.

Il secondo rischio, in genere mal recepito dagli investitori è che l’investimento si concretizza con il  pagamento delle cedole nel durante e la restituzione del capitale a scadenza, ma nel caso in cui si avesse bisogno, per qualsiasi motivo di monetizzare l’investimento prima della scadenza, il capitale investito può subire pesanti perdite.

Certo, se non c’è bisogno di disinvestire, poco importa se si sta perdendo, tanto a scadenza mi sarà restituito il capitale.

Questa coerenza degli investitori con l’investimento obbligazionario è stupefacente, ma perché non ricordarsene anche per l’investimento azionario, quando, al contrario, appena perde c’è la corsa a vendere.

Ha ragione Warren Buffet quando dice che i mercati finanziari sono molto strani, perché è l’unico negozio dove tutti vogliono vendere quando ci sono gli sconti, in questo senso, l’investitore in obbligazioni sembra essere più razionale di un investitore in azioni, ma spesso è molto più ingenuo credendo l’investimento obbligazionario privo di rischio.