Calcolare la pensione non è facile, in particolare se mancano parecchi anni:

  • Possono cambiare la legge;
  • Possono cambiare i metodi di calcolo del rendimento;
  • Possono cambiare le tabelle di mortalità su cui è calcolata;
  • Puoi cambiare lavoro, in meglio o in peggio.

Si può comunque richiedere la propria posizione all’ente di riferimento e fare delle ipotesi, come nel caso della “busta arancione” dell’inps.

Pianificare la propria pensione significa valutare se possiamo  mantenere il medesimo tenore di vita quando smetteremo di lavorare e smetteremo di percepire lo stipendio.

Per fare questo dobbiamo sapere quale sarà il nostro tasso di sostituzione ossia la differenza tra la prima annualità completa della pensione in rapporto all’ultimo reddito annuo completo immediatamente precedente il pensionamento.

Facciamo un esempio con delle ipotesi per il 2019 per un lavoratore dipendente di 65 anni:

  • Reddito di 30 mila euro lordi annui – pensione del 79% dell’ultimo stipendio;
  • Reddito di 75 mila euro lordi annui – pensione del 69% dell’ultimo stipendio;
  • Reddito di 150 mila euro lordi annui – pensione del 54% dell’ultimo stipendio;

Ipotesi per un lavoratore iscritto all’Inps che oggi ha 45 anni, la tabella di cui sopra sarà: 

Reddito di 30 mila euro lordi annui – pensione del 54% dell’ultimo stipendio;
Reddito di 75 mila euro lordi annui – pensione del 37% dell’ultimo stipendio;
Reddito di 150 mila euro lordi annui – pensione del 26% dell’ultimo stipendio;

Nel corso avanzato Risparmio e Investimenti è approfondito come poter crearsi una pensione integrativa o alternativa e quali strumenti finanziari possono aiutarci in questo intento.