Tutti commettiamo degli errori – il rigore lo sbaglia chi lo tira – , ma spesso commettiamo errori anche senza un’azione, senza prendere una decisione, rimanendo nella nostra zona di comfort o preferendo lo status quo evitando il cambiamento.

Ogni errore ha una sua spiegazione, alcuni pensano che per arrivare all’origine dell’errore bisogna riuscire a spiegare 5 perché consequenziali del perché è stato commesso l’errore.

1  – Mi sono fatto male perché sono caduto scivolando sull’asfalto bagnato:  2 – sono caduto perché andavo troppo forte in bicicletta, 3 – andavo troppo forte perché ero in ritardo, 4 – ero in ritardo perché non mi sono svegliato in tempo, 5 – non mi sono svegliato in tempo perché avevo dimenticato di mettere la sveglia. Quindi, la causa della mia caduta è perché mi sono dimenticato di mettere la sveglia e non perchè l’asfalto era bagnato.

Gli studi di finanza comportamentale hanno come origine proprio la ricerca dei motivi per cui si commettono degli errori nel prendere decisioni in momenti di incertezza e niente è più incerto dei mercati finanziari.

Il risultato degli studi dei “psicologi della finanza e dell’economia” – Daniel Kahneman ed Amos Tversky sono la punta dell’iceberg – i principali errori che commettiamo sono causati dalla necessità che abbiamo di semplificare la realtà e prendere delle scorciatoie mentali senza andare oltre al primo perché, facendo riferimento all’esempio precedente: sono caduto perché andavo forte .

In situazioni diverse, siamo propensi a dare ad altri la colpa dei nostri errori, cercando conforto e isolando il problema: sono caduto perché la bicicletta è scivolata. Credendo di poter risolvere il problema non usando più la bicicletta.

In particolare, la Finanza Comportamentale, cerca di dare una spiegazione dei nostri errori definendoli – cognitivi – ossia, originati dalle nostre scarse conoscenze del problema, dalla nostra scarsa conoscenza della realtà (probabilità statistiche di un evento) e dalla facilità di semplificare il problema con la soluzione che ci è più famigliare, non necessariamente la più giusta, ma la più semplice ed immediata.

In particolare, Daniel Kahneman ed Amos Tversky, hanno cercato di riassumere gli errori cognitivi e li hanno raggruppati sotto il nome di euristiche che altro non sono che diversi errori comportamentali, ma che hanno il medesimo effetto di creare delle scorciatoie per arrivare ad  una soluzione del problema commettendo degli errori di stima di probabilità, preferendo la soluzione non più probabile, ma quella più immediata.

In conclusione, non significa che tutti commettiamo gli stessi errori e tutti siamo irrazionali, ma che spesso, come dimostrato dalla Finanza Comportamentale, la maggior parte di noi li commettono e il modo in cui cerchiamo delle soluzioni sono spesso molto simili e studiando questi comportamenti possiamo non commetterli in futuro.

Le principali euristiche sono:

  • Rappresentatività;
  • Ancoraggio;
  • Disponibilità;
  • Over confidence.