I Benchmark sono dei certificate che rientrando nella categoria di strumenti finanziari non protetti, nel senso che le perdite non hanno una barriera entro la quale sono contenute.
In pratica, come suggerisce il nome, il benchmark replica un paniere di titoli sottostante senza leva, ma anche senza coperture al rischio, per questo si possono accumunare agli ETF con una grande differenze: l’aspetto fiscale.
Infatti, se l’Etf ha come prerogativa quella di differenziare i guadagni come redditi di capite e le perdite come redditi diversi e per questo non compensabili, per i Benchmark, come per tutti i certificate, sia guadagni che perdite sono considerati redditi diversi, quindi compensabili tra loro.
Altra differenza tra un Etf ed un Benchmark è che i secondi hanno una scadenza, generalmente di tre o cinque anni dall’emissione, quindi è bene controllare prima di acquistarlo, se la scadenza è antecedente al nostro orizzonte temporale dell’investimento.
E’ importante sapere che l’investitore accetta di riprodurre il profilo di rischio/rendimento atteso dell’attività sottostante e che quindi possono anche essere utilizzati come prodotti di investimento e non solo di trading.
I benchmark sono quotati nel segmento SeDex della Borsa Italiana o nel Mtf di Unicerdit EuroTlx nel segmento Cert – X ed è possibile acquistarli e venderli secondo gli standard degli orari di quotazione che vanno dalle 9 alle 17.30, tutti i giorni tranne il week end.
Anche se replica fedelmente un paniere di titoli, il Benchmark non stacca i dividendi, ma l’investitore non perde questo diritto in quanto il controvalore degli utili staccati dal titolo all’interno del paniere sono contabilizzati nel valore del Benchmark.