“Per colmare un vuoto devi inserire ciò che l’ha causato.
Non si chiude un abisso con l’aria”.
(Emily Dickinson)
Se parliamo di psicologia che del mercato, allora il gap è la formazione grafica che più di altre rappresenta l’avidità e il panico degli operatori.
Infatti, il gap può essere considerato come l’evidenza pratica del panico da acquisto o da vendita, quando gli operatori sono disposti a comprare a prezzi ben più alti di quelli precedenti o a vendere a prezzi ben più bassi di quelli precedenti.
Questo comportamento causa un vuoto nei prezzi che è chiamato appunto gap.

Immagine relativa al gap rialzista e ribassista
In genere, per chi ha una operatività di medio / lungo periodo il gap non rappresenta niente di particolare, nel senso che non deve essere una figura grafica che ci induce a cambiare il nostro atteggiamento verso il mercato, allo stesso tempo, è sempre bene tenerli monitorati perché una successione di gap possono evidenziare la fine del trend coincidente con una fase di panico da acquisto o di panico da vendite.
In genere, i gap più importanti si formano nei grafici giornalieri (daily), mentre è più raro in un grafico settimanale perché dovrebbero svilupparsi tra la chiusura del venerdì e l’apertura del lunedì e questo in genere avviene quando nel week end succede qualcosa di importante a mercati chiusi, mentre nei grafici mensili è veramente raro.
Nei grafici a breve termine come nei cinque minuti i gap si hanno spesso in apertura e possono anche essere usati come spunto operativo nelle prime ore di contrattazioni.
Possono capitare anche in intraday, raramente, ma in genere sono richiusi quasi immediatamente.