Che cosa è il rischio in un investimento finanziario? Il rischio rappresenta le probabilità che le nostre aspettative di rendimento non si realizzino.

Quando compriamo una obbligazione è ovvio che siamo sicuri che riceveremo degli interessi e la restituzione del capitale a scadenza, ma questo potrebbe non succedere a causa del fallimento dell’emittente: questo è solo uno dei rischi di comprare una singola obbligazione.

Allo stesso modo potrei comprare una azione perché siamo sicuri che staccherà dei dividendi e il suo prezzo salirà di conseguenza, ma il management della società potrebbe sbagliare delle scelte e trovarsi in difficoltà economiche, non creando utili e facendo deprezzare il valore del titolo e questo è il tipico rischio azionario.

Per ovviare a questo rischio specifico, ossia di un singolo titolo, il risparmio gestito ha introdotto il concetto di diversificazione in più titoli, almeno 30, ma spesso molti di più.

Eppure, non basta eliminare il rischio specifico con la diversificazione per essere tranquilli e realizzare le proprie aspettative di rendimento perché oltre al rischio del singolo titolo dobbiamo accettare anche il rischio del mercato in cui stiamo investendo.

Per misurare il rischio di mercato è utilizzato il concetto di volatilità, una formula matematica che utilizzando i rendimenti storici ci può aiutare per classificare il rischio dei singoli fondi per confrontarli tra di loro.

In pratica, si usa la volatilità per misurare il rischio che si è accettato per avere una determinata
performance ed è ovvio, che si preferisce a parità di rendimento, il prodotto che ha rischiato meno, oppure un’altra chiave di lettura è che non possiamo aspettarci dei rendimenti prodigiosi se acquistiamo un prodotto con bassa volatilità.

Il rischio è sempre l’altra faccia del rendimento, ma deve essere conosciuto ed accettato.

Senza approfondire i concetti matematici dell’indicatore è possibile capirne il funzionamento, per cui maggiore è la volatilità e maggiore è il rischio dell’investimento.

La volatilità è, come risultato della formula matematica, espresso in un numero.

Questo numero è una espressione percentuale di quanto il risultato futuro può discostarsi dalle nostre aspettative di rendimento sulla base di una analisi delle performance passata.

Un esempio aiuta a capire meglio: se compriamo le quote di un fondo azionario che ha volatilità di 14, significa che in passato, il rendimento si è discostato, in positivo, ma anche in negativo, del 14%  da quello che è stato il suo rendimento medio, supponiamo l’8% su base annua.

Quindi, il fondo azionario può in futuro comportarsi come già nel passato ed avere rendimenti negativi del -7% (8%-14%) oppure positivi del 22% (8%+14%), ovviamente non è una certezza la volatilità storica perché il futuro potrebbe essere diverso rispetto al passato, ma è comunque un buon indicatore per capire il rischio che vogliamo accollarci acquistando quel prodotto finanziario e per confrontare come hanno gestito il rischio due prodotti diversi nel medesimo periodo, sulla base dei rendimenti ottenuti e i scostamenti dal rendimento medio del mercato in cui entrambi investivano.

Se si confrontano due fondi che hanno investito nello stesso mercato è possibile capire la bravura del gestore nella gestione del rischio o nella capacità di fare rendimento accettando il rischio, se invece si confrontano due strumenti che investono in mercati diversi ci serve in particolare per capire la rischiosità del mercato in cui investono piuttosto che la bravura del gestore.

I concetti e indicatori di rischio sono ripresi nel corso avanzato Risparmio e Investimenti.